SEMPITERNO | MESI A MENSA


MEMORIE LUNGO I CAPITOLI DELL’ANNO, ATTRAVERSO RACCOLTI, CUCINE, FESTE, TRADIZIONI

Il gioco di parole è irresistibile, e parte da lontano, dalla lingua latina: “mensis” significa mese (termine rimasto nell’aggettivo “mensile”), “mensa” vuol dire ancora adesso più linearmente “mensa”, parola che tuttora indica la tavola imbandita per condividere i pasti, ed inoltre termine che per gli antichi romani indicava anche il piatto dove si mangiava.
Ma l’idea parte anche dall’esperienza ordinaria universalmente condivisa, quando scorrendo anche solo mentalmente il calendario, anche dei nostri ricordi personali e delle nostre esperienze intime e familiari, si associano i dodici spicchi dell’anno (modularmente ripetuti all’infinito, nell’arco della nostra esistenza), a feste, ricorrenze, consuetudini ritualmente ripetute, e quindi a profumi, sapori, ricette, piatti, atmosfere, piccoli cerimoniali soggettivi.
Questa nostra scansione personale di piccoli eventi legati al ciclo di dispensa/cucina/mensa è in realtà ricalcata su un vissuto millenario di costante confronti tra terra e cielo, da ciò che la natura offre dietro tanto lavoro e parallelamente da ciò che viene simbolizzato e ritualizzato nella sua dimensione non più solo materiale ma anche spirituale, poetica oltre che prosaica.
Non solo i ricettari infatti, ma anche i lunari e gli almanacchi oltre allo schema dei giorni combacianti nelle settimane offrivano precetti legati alle provviste, ai segreti per conservarle, insaporirle, cuocerle e servirle al meglio, rispettando non solo le disponibilità di campi e mari, orti e boschi, ma anche le simbologie alimentari dell’anno liturgico cristiano, erede più o meno consapevole di quello antecendente dell’eredità pagana di Roma Antica.
Inevitabilmente il calendario diventa così anche “dispensario” e “cucinario”, un registro che mensilmente, a mensa, racconta una storia che si evolve, intessuta comunque ad un intreccio perpendicolare di una trama ed un ordito che sopravvivono da sempre.

Tommaso Lucchetti

I incontro: 20 settembre 2018:
Tra i tepori di fine estate, le ultime scorte per la dispensa dietro piccoli riti festosi

II incontro: 18 ottobre 2018:
I cesti nei frutteti, la “cerca” nei boschi, la gioia festosa di un autunno ancora clemente

III incontro: 15 novembre 2018:
Simboli e cibi consueti, dai Santi e dalla commemorazione dei defunti, fino a San Martino

IV incontro: 13 dicembre 2018:
Piatti emblematici e familiari, dall’Avvento all’apparecchiatura familiare del Natale

V incontro: gennaio 2019:
I primi freddi ed il conforto della mensa, dalle feste di inizio anno alla golosità della “pista”

VI incontro: febbraio 2019:
La gola legittimata, il trionfo del “grasso” e l’apice gioioso e spensierato del Carnevale

VII incontro: marzo 2019:
L’astinenza dopo la sfrenatezza, i vincoli ed i precetti della Quaresima e dell’ultimo gelo

VIII incontro: aprile 2019:
La natura si dischiude, la prima luna piena di primavera, solenni colazioni e pranzi di Pasqua

IX incontro: maggio 2019:
L’esplosione balsamica di erbe, fiori, primi frutti, pascoli rigogliosi e latte profumato

Tommaso Lucchetti, di formazione storico-antropologo dell’alimentazione è docente, curatore di mostre. Collabora presso musei, biblioteche ed istituzioni culturali per la ricerca e la valorizzazione di aspetti storici ed antropologici su cibo ed arti da mensa. E’ docente di storia e cultura dell’alimentazione all’Università di Parma”. Tra le pubblicazioni Piatti reali e trionfi di zucchero ( Retecamere, 2009), Storia dell’alimentazione, della cultura gastronomica, dell’arte conviviale delle Marche (Il Lavoro Editoriale, 2009), Il Poeta e la sua mensa (Il Lavoro Editoriale, 2012), Il sapore delle arti (Sistema Museale Provincia di Ancona, 2014), le Feste dello spirito (2015), il saggio Cucina ed arti plastiche per Cultura del Cibo, a cura di Massimo Montanari per le Opere Enciclopediche Utet (2015). Tra gli antichi ricettari manoscritti recuperati e trascritti le carte di casa seicenteschi del cardinal Bonaccorsi a Macerata, gli appunti ottocenteschi di Tommaso Zaccagnini di Staffolo, le note di sette-ottocentesche cucina e dispensa delle clarisse di Serra de’ Conti, le carte ottocentesche di Celeste Erard, moglie del musicista Gaspare Spontini; tra il recupero di testimonianze e memorie orali è in uscita un volume dedicato a Moie. Tra i riconoscimenti ricevuti è stato premiato dalla Stampa Estera come Divulgatore culturale della gastronominia 2014.

Come di consueto, una decina di giorni prima di ogni singola serata, vi daremo tutte le informazioni necessarie.