Rockitchen – The Queen Is Dead | 27/09
Cari amici musicomani, finalmente eccoci di nuovo qua a raccontare le gesta dei nostri eroi. Le serate di ascolto prevedono un buffet di cibo e vino con il quale sarete accolti, per poi passare nella nostra estemporanea platea, ad ascoltare i magnifici ospiti che invitiamo ogni volta a parlare di musica. Infine poseremo la puntina sul primo solco del vinile e alzeremo il volume. Ad aprire la nuova stagione, da Torino, arriva Maurizio Blatto, al quale abbiamo chiesto un’anticipazione in due righe:
“Quando il 16 giugno del 1986 esce The Queen Is Dead, il concetto di rock indipendente inglese viene scolpito per sempre. Come l’insegna di un pub vittoriano, svetta in alto, sopravvive a vento e pioggia e accoglie ancora oggi vecchi ascoltatori che si sono definiti all’interno di quel disco e nuove orecchie disposte ad accogliere il mondo intero racchiuso in quelle note. Fedeli a There Is A Light That Never Goes Out punteremo una luce su quelle canzoni e sulla percezione privata del loro eco”.
God Save The Queen Is Dead
Maurizio Blatto è nato a Torino nel 1966 ed è cresciuto all’interno della sua collezione di vinili. Firma storica della rivista musicale Rumore, per Castelvecchi ha pubblicato L’ultimo disco dei Mohicani (commedia all’italiana in un negozio di dischi) piccolo caso letterario per il quale è stato “in tour” almeno due anni. Ha cristallizzato in MyTunes (Baldini & Castoldi) la sua passione sconfinata per gli incroci tra canzoni e letteratura. Gestisce Backdoor, “leggendario” ritrovo torinese per malati di vinile e ha tenuto reading, corsi di scrittura creativa e narrazione pop in circoli letterari e scuole elementari e licei. Per questo è stato definito il “crooner del giornalismo musicale”. È abbastanza attivo intellettualmente, ma per nulla sui social. E poi, sì, gli Smiths sono il suo gruppo preferito e gli manca Lou Reed.
30 euro